MENSILE D'INFORMAZIONE E DI SERVIZI - GENNAIO 2001


SOCIETA'

I GIOVANI
e "LE STRAGI DEL SABATO SERA"

L’alta velocità, un malcostume molto diffuso in Italia

All'interno di un'autovettura, i ragazzi visibilmente alterati ridono e scherzano dopo una serata passata in discoteca. Il guidatore è distratto, ma corre veloce, le voci si accavallano fino ad essere coperte dal rumore di una frenata brusca e dallo schianto. Il messaggio della pubblicità progresso è chiaro: andate piano, la vita è preziosa.
Una mattina qualsiasi, una coppia di sposi comincia la sua giornata a Roma per terminarla a Parigi, a bordo di una macchina superpotente e supersicura.
Il messaggio della casa automobilistica è chiaro: andate forte, la vita è bella.
Prudenza e velocità: sulla contraddizione si gioca la sorte di centinaia di giovani vite, vista la "strage silenziosa" che caratterizza le strade italiane ogni fine settimana, quando il popolo della notte, nomade e inquieto, scende in pista e trasloca da un locale all'altro in cerca di divertimento. Il risveglio è quasi sempre amaro: non a caso i giorni più pericolosi per circolare sono il venerdì (779 morti e 36.929 feriti nel '97), il sabato (968 e 41.776) e la domenica (1.048 e 39.503). L'orario a rischio va dalla mezzanotte alle sette del mattino: le cause più frequenti, eccesso di velocità, mancato rispetto delle precedenze, ebbrezza, stravaganti bravate e guida contromano. Sono i giovani tra i 15 e i 24 anni a pagare lo scotto maggiore: nel 1996, 1.375 decessi e 76.555 feriti. I dati Istat, mostrano che il fenomeno è in crescita (è quasi raddoppiato in 10 anni): ogni week-end circa 15 persone perdono la vita sulle vie del ritorno. Le direttrici più insanguinate sono quelle emiliano - romagnole, venete e lombarde: in Romagna 225 ragazzi all'anno muoiono di notte in un incidente stradale. Il primato appartiene alla statale Adriatica (dove i Lidi ferraresi si incrociano con quelli ravennati) con 2,4 sinistri al chilometro.
Il costo sociale è altissimo: la Federazione europea delle vittime della strada ha condotto una inchiesta in tutta Europa attraverso 10 mila questionari distribuiti a famiglie che hanno perso un figlio o un parente stretto o che hanno avuto un congiunto ferito gravemente. L'impatto psicologico per le famiglie è drammatico: il 91 per cento resta traumatizzato, il 70 per cento non riesce più a guidare; sono sempre più numerosi separaziozni e divorzi. Il 50 per cento dei sopravvissuti a gravi incidenti presenta danni cerebrali e, nei primi tre anni, il 78 per cento perde la memoria, il 72 per cento ha difficoltà nello svolgere i lavori quotidiani ed il 50 per cento presenta problemi di linguaggio. "Fermare la strage" è la parola d'ordine delle autorità e delle associazioni impegnate nella prevenzione, con la speranza che le armi della repressione e dell'educazione frenino l'ansia di correre verso l'alba a velocità pericolose per tutti, anche per chi è sobrio e lucido.

I GIOVANI E L'AUTOMOBILE

Stando al Rapporto Automobile 1999 dell'Aci, quello dell'alta velocità è un malcostume molto diffuso tra i guidatori italiani. Dal questionario compilato da 17 mila automobilisti italiani risalta la drastica impennata dei comportamenti di guida trasgressivi.
Aumentano tutte le infrazioni, dai limiti di velocità (+6,8 per cento rispetto al '97) al passaggio con il rosso (6,1), dalla mancata precedenza (5) al "disuso" delle cinture di sicurezza (2,8). La velocità fa paura soltanto quando è l'altro a guidare, altrimenti "affascina e diverte" per il 40 per cento circa dei giovani. Dai giovani interpellati la velocità viene indicata al primo posto fra le cause dei sinistri fuori città (con il 54,2 per cento), mentre nei centri urbani prevale la distrazione (52,8). Nelle notti del sabato è invece l'abuso di alcool (51,8) e di sostanze illegali (22,1) a provocare gli incidenti più gravi.

 


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