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SOCIETA'
I
GIOVANI
e "LE STRAGI DEL SABATO SERA"
L’alta velocità,
un malcostume molto diffuso in Italia
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All'interno di un'autovettura, i ragazzi visibilmente alterati
ridono e scherzano dopo una serata passata in discoteca. Il
guidatore è distratto, ma corre veloce, le voci si
accavallano fino ad essere coperte dal rumore di una frenata
brusca e dallo schianto. Il messaggio della pubblicità
progresso è chiaro: andate piano, la vita è
preziosa.
Una mattina qualsiasi, una coppia di sposi comincia la sua
giornata a Roma per terminarla a Parigi, a bordo di una macchina
superpotente e supersicura.
Il messaggio della casa automobilistica è chiaro: andate
forte, la vita è bella.
Prudenza e velocità: sulla contraddizione si gioca
la sorte di centinaia di giovani vite, vista la "strage
silenziosa" che caratterizza le strade italiane ogni
fine settimana, quando il popolo della notte, nomade e inquieto,
scende in pista e trasloca da un locale all'altro in cerca
di divertimento. Il risveglio è quasi sempre amaro:
non a caso i giorni più pericolosi per circolare sono
il venerdì (779 morti e 36.929 feriti nel '97), il
sabato (968 e 41.776) e la domenica (1.048 e 39.503). L'orario
a rischio va dalla mezzanotte alle sette del mattino: le cause
più frequenti, eccesso di velocità, mancato
rispetto delle precedenze, ebbrezza, stravaganti bravate e
guida contromano. Sono i giovani tra i 15 e i 24 anni a pagare
lo scotto maggiore: nel 1996, 1.375 decessi e 76.555 feriti.
I dati Istat, mostrano che il fenomeno è in crescita
(è quasi raddoppiato in 10 anni): ogni week-end circa
15 persone perdono la vita sulle vie del ritorno. Le direttrici
più insanguinate sono quelle emiliano - romagnole,
venete e lombarde: in Romagna 225 ragazzi all'anno muoiono
di notte in un incidente stradale. Il primato appartiene alla
statale Adriatica (dove i Lidi ferraresi si incrociano con
quelli ravennati) con 2,4 sinistri al chilometro.
Il costo sociale è altissimo: la Federazione europea
delle vittime della strada ha condotto una inchiesta in tutta
Europa attraverso 10 mila questionari distribuiti a famiglie
che hanno perso un figlio o un parente stretto o che hanno
avuto un congiunto ferito gravemente. L'impatto psicologico
per le famiglie è drammatico: il 91 per cento resta
traumatizzato, il 70 per cento non riesce più a guidare;
sono sempre più numerosi separaziozni e divorzi. Il
50 per cento dei sopravvissuti a gravi incidenti presenta
danni cerebrali e, nei primi tre anni, il 78 per cento perde
la memoria, il 72 per cento ha difficoltà nello svolgere
i lavori quotidiani ed il 50 per cento presenta problemi di
linguaggio. "Fermare la strage" è la parola
d'ordine delle autorità e delle associazioni impegnate
nella prevenzione, con la speranza che le armi della repressione
e dell'educazione frenino l'ansia di correre verso l'alba
a velocità pericolose per tutti, anche per chi è
sobrio e lucido.
I GIOVANI E L'AUTOMOBILE
Stando al Rapporto Automobile 1999 dell'Aci, quello
dell'alta velocità è un malcostume molto
diffuso tra i guidatori italiani. Dal questionario compilato
da 17 mila automobilisti italiani risalta la drastica
impennata dei comportamenti di guida trasgressivi.
Aumentano tutte le infrazioni, dai limiti di velocità
(+6,8 per cento rispetto al '97) al passaggio con il rosso
(6,1), dalla mancata precedenza (5) al "disuso"
delle cinture di sicurezza (2,8). La velocità fa
paura soltanto quando è l'altro a guidare, altrimenti
"affascina e diverte" per il 40 per cento circa
dei giovani. Dai giovani interpellati la velocità
viene indicata al primo posto fra le cause dei sinistri
fuori città (con il 54,2 per cento), mentre nei
centri urbani prevale la distrazione (52,8). Nelle notti
del sabato è invece l'abuso di alcool (51,8) e
di sostanze illegali (22,1) a provocare gli incidenti
più gravi. |
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