L'INCHIESTA
UNA
“MOTORIZZAZIONE”
IN PIENO CAOS
Un caso emblematico
di pubblica inefficienza
e "ombre" di "interessi malavitosi"
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Sette furti in otto mesi, faldoni che scompaiono, centinaia di
pratiche scomparse, documenti per patenti volatilizzati: tutto
normale per la città "opaca e obliqua" del
vicepresidente della commissione nazionale antimafia, Nichi
Vendola. Peccato, però, che dopo anni di "torpore",
qualcosa finalmente si muovi per denunciare uno delle situazioni
più scandalose della "città coperta":
gli uffici della Motorizzazione cosiddetta "civile".
Il gruppo dei Ds all'Ars è andato giù duro e
ha chiesto immediatamente un incontro con il Prefetto Tommaso
Blonda, a fine mese già a Bari, sostituito dal "collega"
di Siracusa Alberto Di Pace. Vogliono vederci chiaro Gianni
Villari e Pippo Pignataro dei "Democratici di Sinistra"
e per questo hanno preso carta e penna e scritto anche alla
commissione nazionale antimafia. "Siamo certi -scrivono
i due parlamentari- che la segnalazione di tale problema possa
portare, nel più breve tempo, a un coordinamento delle
iniziative di rispettiva competenza che diradino le inquietanti
ombre che emergono dal permanere di una situazione di intollerabile
inefficienza e aiutino una pronta soluzione del disagio registrato".
Invitano a "muoversi" Prefetto, Procura della Repubblica,
Presidente della Provincia, comando dell'Arma e della Finanza,
Villari e Pignataro che denunciano la "situazione di
caos e grave precarietà degli uffici di motorizzazione".
Un dato assolutamente non nuovo, oggetto adesso anche di un
ordine del giorno promosso da Villari e firmato da Pignataro,
Iano Lo Certo dei Democratici, Giuseppe Castiglione di Forza
Italia, Giovanni Barbagallo dei Popolari per impegnare il
governo regionale ad "esercitare una specifica azione
di controllo per verificare se, all'interno dell'ufficio provinciale
della Motorizzazione di Catania, vi siano motivi di malessere
o disfunzioni che possano trovare nelle condizioni di lavoro
e nella organizzazione degli uffici qualcuna delle cause
".
Già perché malgrado silenzi e connivenze di
casta, la verità di quell'ufficio sta a poco a poco
venendo fuori: due persone a dirigere, due ordini di competenze,
ma soprattutto voci insistenti da mesi di un clima segnato
da tensione latente. In sostanza: una vera e propria "lotta
di potere" per una struttura che ha sempre attirato "attenzioni"
politiche.
L'ordine del giorno prevede poi altri impegni riguardano le
"problematiche organizzative e del personale" evidenziate
da sindacati, che con Giusy Milazzo della funzione pubblica
della Cgil parlano di "possibili interessi malavitosi
dietro i ripetuti furti" e le condizioni di sicurezza,
che evidentemente sono assai carenti se ignoti hanno potuto,
una settimana fa, per l'ennesima volta, introdursi, dal lato
della saracinesca corrispondente all'ufficio dell'albo dei
trasportatori e impossessarsi di un centinaio di pratiche.
"Si tratta -ha precisato subito Filadelfo Magnano, direttore
dell'ufficio provinciale della Motorizzazione- di pratiche
per fortuna già memorizzate nei computer". Magnano,
partendo da una conferenza di servizi di settembre, ha ricordato
le misure che ne scaturite in tema di vigilanza esterna e
di anfifurto. Allora, arrivò, sorridente come non mai,
l'assessore regionale ai trasporti, Domenico Rotella, che
di recente ha minacciato anche sanzioni disciplinari dopo
i ripetuti furti. Intanto, per la vigilanza appare imminente
la definizione dell'affidamento del servizio, mentre sull'antifurto
ci sarebbe un problema di fondi. Restano, comunque, sullo
sfondo i problemi complessivi di una struttura "colabrodo",
con "duplicazioni" di uffici e competenze fra "provinciale"
e "sezione compartimentale", come accade solo in
Sicilia. Per una nuova sede due sono le soluzioni possibili:
una ristrutturazione dell'immobile di via Bramante, sede degli
uffici o nuovi locali nell'area di San Giuseppe La Rena, a
sud della città. "Credo -ha aggiunto il direttore
dell'ufficio provinciale che per un altro anno resteremo qui".
Restano gravi i problemi e ripetuti i disservizi lamentati
dalle autoscuole anche in tema di esami di guida. La Confedertaai,
la Confederazione Titolari Autoscuole e Agenzie d'Italia e
l'Unasca, l'associazione dei consulenti denunciano da anni
questa situazione: cresce il malumore, come testimoniato anche
da chi opera in provincia, come Nunzio D'Angelo, di Paternò.
"Cosa significa una seduta saltata? Perdite economiche
per i candidati e per noi. Giornate di lavoro andate perse
per chi deve fare l'esame, danni all'immagine per noi, come
se la colpa fosse nostra
." Ma quali sono le richieste
della categoria? "Il rispetto delle leggi" questa
la secca replica.
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