MENSILE D'INFORMAZIONE E DI SERVIZI - DICEMBRE 2000


SPECIALE NATALE

FRA VECCHIO e NUOVO RIVIVE
LA FESTA

La modernitą, anche stavolta, lascia spazio
agli antichi, immancabili, sapori

Il Natale oggi si arricchisce di nuovi significati. Non solo abeti addobbati, presepi ricercati, panettoni e pandori deliziosi: le festività 2000 si presentano all'insegna dell'originalità e dell'unicità. Lo avverti nelle vie cittadine, nei locali, nelle case: arriva il 2001 e per tutti è un appuntamento che richiama particolari sensazioni.
C'è chi si attende trasformazioni epocali, chi nessun cambiamento, ma tutti sono legati dall'attesa per l'evento. La nascita di Cristo, per l'ennesima volta, evoca propositi di rinnovamento, corroborati dalle aspettative per un secolo nuovo che viene alla luce. La rinascita si chiama speranza: un termine il cui contenuto è di libera interpretazione.
Al di là di questi significati, la tradizione natalizia si mantiene viva: il quadro d'insieme delle feste resta intatto. Nelle case e nelle fiere si fa a gara per realizzare l'albero più ricco: soluzioni particolari, originali decorazioni si associano al valore della tradizione.
Ecco, allora, un mix di vecchio e nuovo, dove la modernità lascia, però, spazio agli antichi sapori.
Per una volta, il progresso deve mantenere le distanze da usi secolari. Naturalmente, non mancano tentativi di rinnovare profondamente il famoso "albero".
La tecnologia ribadisce la sua carica di cambiamento: ma il Natale resta un simbolo di tradizione quasi immutabile. Una constatazione legata anche al presepio: nelle strade, nelle piazze, nei negozi, le luci della grotta illuminano angoli suggestivi.
Le schiere di pastori fanno da cornice ai Re Magi adoranti: su tutto brilla l'interno della caverna che attende la nascita di Cristo. Un esempio mirabile di come si possa mantenere vivo nel tempo la memoria di un evento. Il Natale si conferma evento unico: tradizione significa anche regali. Doni per tutti legano il passato al presente: scambi di affetto, ma spesso anche di…affari. La macchina del consumo non manca di fare sentire il suo peso: la ricerca è affannosa, spesso quasi parossistica. Un assalto che produce incassi e possibilità di lavoro, ma che forse non rispecchia i contenuti essenziali del Natale.


PREPARIAMOCI AL SANTO NATALE

Si avvicina la festa pił attesa di tutto l'anno, ricca di tradizioni ed allegria


La festa cade nel solstizio d'inverno e fu istituita verso il 350 d.C. dalla Chiesa di Occidente per soppiantare una precedente festa pagana dedicata al dio Sole.
E' credenza antichissima e diffusissima che nei giorni d'inizio di un ciclo annuale tutte le forze soprannaturali acquistino una potenza straordinaria, talvolta soltanto nell'attimo di tale inizio, cioè, sul punto di mezzanotte; tra queste forze soprannaturali è inclusa la fortuna: ora, è proprio la notte di Natale o di Capodanno che le ragazze traggono gli auspici per un prossimo matrimonio, e così la sera della vigilia di Natale o di Capodanno le buone famiglie se ne stanno a tavola a gioca re a tombola, ma ormai per semplice passatempo; nessuno pensa al "perchè originario" di trarre l'oroscopo e del giocare a tombola proprio in quella notte. E quando si mangiano i Marron Glace's, il torrone o altri dolci fatti con mandorle (come i confetti) o con nocciole, non si pensa affatto alla antica credenza che ciò favorisca la nascita della prole e la fecondità della terra: alle castagne infatti si attribuiva un valore fecondativo. Ne tutti pensano, quando mangiano il panettone, che, quei chicchi di uva passa che vi trovano dentro, richiamando l'immagine delle monete d'oro, recheranno loro la ricchezza; altrettanto si dice per le lenticchie del primo anno. Il Natale presenta tutti i caratteri e le manifestazioni dei giorni che segnano l'inizio di un ciclo annuale. Periodo preparatorio è la "novena di Natale" che in Sicilia viene allietata dai Ciaramiddari (suonatori di cennamella). Nella più antica tradizione popolare, il centro della festa è però costituito dal ceppo. Nell'accensione del ceppo, che rimane sul focolare fino a Capodanno, si fondono due elementi propiziatori: il valore del fuoco, immagine del sole, e il simbolico consumarsi del tronco, del vecchio anno con tutto ciò che di male vi si era accumulato. Anticamente a Genova, il ceppo natalizio veniva offerto al Doge dalle genti della montagna in una pittoresca cerimonia pubblica chiamata col bellissimo nome di "confuoco"; il Doge versava sul tronco vino e confetti, e tra la gioia dei presenti. San Bernardino si scagliava sia contro chi buttava vino sul ceppo, o si serviva del ceppo per scongiurare le tempeste. Entrambe gli usi si sono conservati in Abruzzo fino ai tempi moderni. In Puglia si crede che l'accensione del ceppo simboleggi la distruzione del peccato originale. Alcuni spiegano l'aspersione col vino, col ricordo del sangue di Cristo; a Polena, in Abruzzo, si mettono ad ardere altre tredici piccole legna "in memoria di Cristo e degli apostoli". A Isernia il capo di casa benedice il ceppo con l'acqua santa, mentre i famigliari gridano "viva Gesù".

TRIONFA L'ALBERO DI NATALE ED IL CLASSICO PRESEPE

Per molti secoli l'usanza di adornare l'albero di Natale in occasione della festa fu prerogativa degli antichi popoli germanici, dei Teutoni in particolare, che festeggiavano il passaggio dall'autunno all'inverno bruciando enormi ceppi nei camini e piantando davanti alle case un abete ornato di ghirlande. La tradizione si estese presso molti altri popoli del nord Europa e cominciò ad accompagnare la ricorrenza natalizia. Alle ghirlande si unirono nastri e frutti colorati, poi le candeline, fino a quando, verso la metà del 1800, alcuni fabbricanti svizzeri e tedeschi cominciarono a preparare leggeri e variopinti ninnoli di vetro soffiato che diventarono di moda e costituirono l'ornamento tradizionale dell'albero natalizio. Poi arrivarono anche le lampadine e le decorazioni di plastica; oggi non c'è più limite alle fantasie per creare addobbi e abbellimenti per i rami. Nelle case italiane l'albero di Natale è arrivato da pochi decenni e in circostanze curiose. Verso la fine del 1800 questa moda dilagava in tutte le corti europee tra le famiglie della nobiltà. Anche la regina Margherita, moglie di Umberto primo ne fece allestire uno, in un salone del Quirinale, dove la famiglia reale abitava. La novità piacque moltissimo e...l'albero divenne di casa tra le famiglie italiane e popolarissimo tra i bambini. Purtroppo per alimentare questa tradizione ogni anno migliaia e migliaia di piante vengono sacrificate per essere utilizzate pochi giorni e finire poi nella spazzatura.

La parola "presepio" deriva dal latino "Praesepium" e significa mangiatoia: allude al posto dove fu posato Gesù appena nato. Oggi il presepio è la rappresentazione che per le feste di Natale si prepara nelle chiese e nelle case per ricordare la nascita di Gesù. Sembra che il primo presepio sia stato creato da San Francesco d'Assisi nel 1233. Da allora è nata l'usanza di costruire, a Natale, nelle chiese e nelle case dei fedeli, il presepio. Ma nessuno è uguale all'altro, ognuno ha qualcosa di particolare o di locale. I presepi meridionali hanno una colorita moltitudine di figurine legate all'esistenza di ogni giorno; nel presepe abruzzese, con le presenze sacre, ci sono anche quelle profane. Nel presepio lombardo è quasi sempre presente la figura di un pastore sdraiato in disparte: "un dormiglione". I figurinai di Napoli sono celebri invece per l'arte col la quale riproducono pastori in atteggiamenti che rispecchiano il costume di vita napoletano. Infine in alcuni presepi c'è una concessione al gusto western, giustificato dal fatto che, chi ha sentito il messaggio: "Pace agli uomini di buona volontà", può giungere da ogni parte del mondo.


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