SPECIALE
NATALE
FRA
VECCHIO e NUOVO RIVIVE
LA FESTA
La modernitą,
anche stavolta, lascia spazio
agli antichi, immancabili, sapori
Il Natale oggi si arricchisce di nuovi significati. Non solo abeti
addobbati, presepi ricercati, panettoni e pandori deliziosi:
le festività 2000 si presentano all'insegna dell'originalità
e dell'unicità. Lo avverti nelle vie cittadine, nei locali,
nelle case: arriva il 2001 e per tutti è un appuntamento
che richiama particolari sensazioni.
C'è chi si attende trasformazioni epocali, chi nessun
cambiamento, ma tutti sono legati dall'attesa per l'evento.
La nascita di Cristo, per l'ennesima volta, evoca propositi
di rinnovamento, corroborati dalle aspettative per un secolo
nuovo che viene alla luce. La rinascita si chiama speranza:
un termine il cui contenuto è di libera interpretazione.
Al di là di questi significati, la tradizione natalizia
si mantiene viva: il quadro d'insieme delle feste resta intatto.
Nelle case e nelle fiere si fa a gara per realizzare l'albero
più ricco: soluzioni particolari, originali decorazioni
si associano al valore della tradizione.
Ecco, allora, un mix di vecchio e nuovo, dove la modernità
lascia, però, spazio agli antichi sapori.
Per una volta, il progresso deve mantenere le distanze da usi
secolari. Naturalmente, non mancano tentativi di rinnovare profondamente
il famoso "albero".
La tecnologia ribadisce la sua carica di cambiamento: ma il
Natale resta un simbolo di tradizione quasi immutabile. Una
constatazione legata anche al presepio: nelle strade, nelle
piazze, nei negozi, le luci della grotta illuminano angoli suggestivi.
Le schiere di pastori fanno da cornice ai Re Magi adoranti:
su tutto brilla l'interno della caverna che attende la nascita
di Cristo. Un esempio mirabile di come si possa mantenere vivo
nel tempo la memoria di un evento. Il Natale si conferma evento
unico: tradizione significa anche regali. Doni per tutti legano
il passato al presente: scambi di affetto, ma spesso anche di
affari.
La macchina del consumo non manca di fare sentire il suo peso:
la ricerca è affannosa, spesso quasi parossistica. Un
assalto che produce incassi e possibilità di lavoro,
ma che forse non rispecchia i contenuti essenziali del Natale.
PREPARIAMOCI
AL SANTO NATALE
Si avvicina
la festa pił attesa di tutto l'anno, ricca di tradizioni ed
allegria
La festa cade nel solstizio d'inverno e fu
istituita verso il 350 d.C. dalla Chiesa di Occidente per soppiantare
una precedente festa pagana dedicata al dio Sole.
E' credenza antichissima e diffusissima che nei giorni d'inizio
di un ciclo annuale tutte le forze soprannaturali acquistino
una potenza straordinaria, talvolta soltanto nell'attimo di
tale inizio, cioè, sul punto di mezzanotte; tra queste
forze soprannaturali è inclusa la fortuna: ora, è
proprio la notte di Natale o di Capodanno che le ragazze traggono
gli auspici per un prossimo matrimonio, e così la sera
della vigilia di Natale o di Capodanno le buone famiglie se
ne stanno a tavola a gioca re a tombola, ma ormai per semplice
passatempo; nessuno pensa al "perchè originario"
di trarre l'oroscopo e del giocare a tombola proprio in quella
notte. E quando si mangiano i Marron Glace's, il torrone o altri
dolci fatti con mandorle (come i confetti) o con nocciole, non
si pensa affatto alla antica credenza che ciò favorisca
la nascita della prole e la fecondità della terra: alle
castagne infatti si attribuiva un valore fecondativo. Ne tutti
pensano, quando mangiano il panettone, che, quei chicchi di
uva passa che vi trovano dentro, richiamando l'immagine delle
monete d'oro, recheranno loro la ricchezza; altrettanto si dice
per le lenticchie del primo anno. Il Natale presenta tutti i
caratteri e le manifestazioni dei giorni che segnano l'inizio
di un ciclo annuale. Periodo preparatorio è la "novena
di Natale" che in Sicilia viene allietata dai Ciaramiddari
(suonatori di cennamella). Nella più antica tradizione
popolare, il centro della festa è però costituito
dal ceppo. Nell'accensione del ceppo, che rimane sul focolare
fino a Capodanno, si fondono due elementi propiziatori: il valore
del fuoco, immagine del sole, e il simbolico consumarsi del
tronco, del vecchio anno con tutto ciò che di male vi
si era accumulato. Anticamente a Genova, il ceppo natalizio
veniva offerto al Doge dalle genti della montagna in una pittoresca
cerimonia pubblica chiamata col bellissimo nome di "confuoco";
il Doge versava sul tronco vino e confetti, e tra la gioia dei
presenti. San Bernardino si scagliava sia contro chi buttava
vino sul ceppo, o si serviva del ceppo per scongiurare le tempeste.
Entrambe gli usi si sono conservati in Abruzzo fino ai tempi
moderni. In Puglia si crede che l'accensione del ceppo simboleggi
la distruzione del peccato originale. Alcuni spiegano l'aspersione
col vino, col ricordo del sangue di Cristo; a Polena, in Abruzzo,
si mettono ad ardere altre tredici piccole legna "in memoria
di Cristo e degli apostoli". A Isernia il capo di casa
benedice il ceppo con l'acqua santa, mentre i famigliari gridano
"viva Gesù".
TRIONFA L'ALBERO DI NATALE ED IL CLASSICO
PRESEPE
Per molti secoli l'usanza di adornare l'albero
di Natale in occasione della festa fu prerogativa degli antichi
popoli germanici, dei Teutoni in particolare, che festeggiavano
il passaggio dall'autunno all'inverno bruciando enormi ceppi
nei camini e piantando davanti alle case un abete ornato di
ghirlande. La tradizione si estese presso molti altri popoli
del nord Europa e cominciò ad accompagnare la ricorrenza
natalizia. Alle ghirlande si unirono nastri e frutti colorati,
poi le candeline, fino a quando, verso la metà del 1800,
alcuni fabbricanti svizzeri e tedeschi cominciarono a preparare
leggeri e variopinti ninnoli di vetro soffiato che diventarono
di moda e costituirono l'ornamento tradizionale dell'albero
natalizio. Poi arrivarono anche le lampadine e le decorazioni
di plastica; oggi non c'è più limite alle fantasie
per creare addobbi e abbellimenti per i rami. Nelle case italiane
l'albero di Natale è arrivato da pochi decenni e in circostanze
curiose. Verso la fine del 1800 questa moda dilagava in tutte
le corti europee tra le famiglie della nobiltà. Anche
la regina Margherita, moglie di Umberto primo ne fece allestire
uno, in un salone del Quirinale, dove la famiglia reale abitava.
La novità piacque moltissimo e...l'albero divenne di
casa tra le famiglie italiane e popolarissimo tra i bambini.
Purtroppo per alimentare questa tradizione ogni anno migliaia
e migliaia di piante vengono sacrificate per essere utilizzate
pochi giorni e finire poi nella spazzatura.
La parola "presepio" deriva dal latino
"Praesepium" e significa mangiatoia: allude al posto
dove fu posato Gesù appena nato. Oggi il presepio è
la rappresentazione che per le feste di Natale si prepara nelle
chiese e nelle case per ricordare la nascita di Gesù.
Sembra che il primo presepio sia stato creato da San Francesco
d'Assisi nel 1233. Da allora è nata l'usanza di costruire,
a Natale, nelle chiese e nelle case dei fedeli, il presepio.
Ma nessuno è uguale all'altro, ognuno ha qualcosa di
particolare o di locale. I presepi meridionali hanno una colorita
moltitudine di figurine legate all'esistenza di ogni giorno;
nel presepe abruzzese, con le presenze sacre, ci sono anche
quelle profane. Nel presepio lombardo è quasi sempre
presente la figura di un pastore sdraiato in disparte: "un
dormiglione". I figurinai di Napoli sono celebri invece
per l'arte col la quale riproducono pastori in atteggiamenti
che rispecchiano il costume di vita napoletano. Infine in alcuni
presepi c'è una concessione al gusto western, giustificato
dal fatto che, chi ha sentito il messaggio: "Pace agli
uomini di buona volontà", può giungere da
ogni parte del mondo.