La
bellezza non è tutto, però aiuta. Eccome. E lo sappiamo tutti,
dai fortunati che la possiedono, grazie ad una natura particolarmente
generosa e clemente, ai meno fortunati che in nome e per conto
della stessa innegabile virtù, si adoperano al suo raggiungimento
investendo tempo, costanza e denaro con una perseveranza che
non sempre ripaga l’enorme dispendio di sforzi e rinunce intrapresi
dal tal fine.
Recitava
una volta, una canzone molto nota: Donna... tutto si fa per
te. Ma erano altri tempi, le donne si concedevano con molti
più riluttanza e gli uomini facevano di tutto per conquistarne
anche un solo sguardo.
Chi
non era esteticamente dotato, ricorreva al altri mezzi. faceva
leva su doti intellettive capaci di compensare senza gradi sforzi,
certi inestetismi fisici che passavano inosservati in un’epoca
in cui altri valori contavano. Oggi, la stessa canzone reciterebbe
così: Look... tutto si fa per te. Ed eccoci qui, uomini
e donne, stavolta davvero allineati e coperti, anzi,
sarebbe meglio dire allineati e scoperti, figli, nipoti
e pronipoti delle generazioni dai valori meno effimeri, tesi
al raggiungimento di un unico obiettivo: l’avvenenza fisica.
Eh sì, perché è davvero diventata esaustiva. Sei bella? Ti si
apriranno le porte del mondo. E non occorre che sia anche intelligente,
ricco e colto. Al limite, queste saranno doti gradite, ma non
per forza essenziali. E ce lo insegnano i tanti Tarricone,
Marini, ecc.
Così
va il mondo in pieno terzo millennio, anche se riviste e passerelle
ci segnalano un’ardita, timorosa, appena accennata inversione
di tendenza. Pare appunto che il bello abbia stancato e che
ora si punti sul difetto, sul particolare che differenzia. Ma
sempre di esteriorità si parla. L’insolito può esser rappresentato
dal viso bellissimo della modella che, girandosi, sfodera un
inquieto sorriso dai denti larghi. E già tremano i dentisti.
Come sopravviverebbero oggi, tutte quelle aziende e sono davvero
milioni, che hanno puntato tutto sull’effimero che governa il
mondo? Chiuderebbero le magiche cliniche che in soli sette giorni
ti fanno cambiar pelle, la chirurgia estetica languirebbe clienti,
le case farmaceutiche smetterebbero di produrre integratori
alimentari, crusche e affini che oggi garantiscono miracoli,
le palestre, i centri benessere e tutti quegli istituti in cui
è possibile dopo appena due ore di seduta, sfoggiare un’abbronzatura
tropicale o indossare una taglia in meno, le aziende che producono
biancheria intima e che hanno puntato sui reggiseni push up
imbottiti all’olio, all’acqua, all’aria che modellano e sottolineano
seni da pin up anche alle portatrici sane di miserande prime.
Perché
non ricorrere agli astuti stratagemmi suggeriti da chi del look
ne ha fatto legge universale, se è possibile migliorare, apparire
a cinquant’anni come di trenta? Sarebbe da sciocchi. E siamo
tutti d’accordo. Ma privilegiare prestanza ed avvenenza ignorando
che, forse, l’intelligenza, l’ironia, la cultura, l’etica, restano
valori immortali ed altrettanto seducenti, non sarebbe disdicevole.
Che
il terzo millennio, dunque, sia foriero non di esaltazioni dell’imperfezione,
ma di poliedrica seduzione. Meno muscoli, meno lifting ma qualche
libro in più.