DONNE E...
Anno 13 Numero 2 - dal 13 al 30 Aprile 2001
 
 


 
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CINEMA E TEATRO SETTIMANALE DI INFORMAZIONE CINEMATOGRAFICA E TEATRALE

La bellezza non è tutto, però...

In pieno terzo millennio pare che il bello abbia stancato e si punta più sul particolare

La bellezza non è tutto, però aiuta. Eccome. E lo sappiamo tutti, dai fortunati che la possiedono, grazie ad una natura particolarmente generosa e clemente, ai meno fortunati che in nome e per conto della stessa innegabile virtù, si adoperano al suo raggiungimento investendo tempo, costanza e denaro con una perseveranza che non sempre ripaga l’enorme dispendio di sforzi e rinunce intrapresi dal tal fine.
Recitava una volta, una canzone molto nota: Donna... tutto si fa per te. Ma erano altri tempi, le donne si concedevano con molti più riluttanza e gli uomini facevano di tutto per conquistarne anche un solo sguardo.
Chi non era esteticamente dotato, ricorreva al altri mezzi. faceva leva su doti intellettive capaci di compensare senza gradi sforzi, certi inestetismi fisici che passavano inosservati in un’epoca in cui altri valori contavano. Oggi, la stessa canzone reciterebbe così: Look... tutto si fa per te. Ed eccoci qui, uomini e donne, stavolta davvero allineati e coperti, anzi, sarebbe meglio dire allineati e scoperti, figli, nipoti e pronipoti delle generazioni dai valori meno effimeri, tesi al raggiungimento di un unico obiettivo: l’avvenenza fisica. Eh sì, perché è davvero diventata esaustiva. Sei bella? Ti si apriranno le porte del mondo. E non occorre che sia anche intelligente, ricco e colto. Al limite, queste saranno doti gradite, ma non per forza essenziali. E ce lo insegnano i tanti Tarricone, Marini, ecc.
Così va il mondo in pieno terzo millennio, anche se riviste e passerelle ci segnalano un’ardita, timorosa, appena accennata inversione di tendenza. Pare appunto che il bello abbia stancato e che ora si punti sul difetto, sul particolare che differenzia. Ma sempre di esteriorità si parla. L’insolito può esser rappresentato dal viso bellissimo della modella che, girandosi, sfodera un inquieto sorriso dai denti larghi. E già tremano i dentisti. Come sopravviverebbero oggi, tutte quelle aziende e sono davvero milioni, che hanno puntato tutto sull’effimero che governa il mondo? Chiuderebbero le magiche cliniche che in soli sette giorni ti fanno cambiar pelle, la chirurgia estetica languirebbe clienti, le case farmaceutiche smetterebbero di produrre integratori alimentari, crusche e affini che oggi garantiscono miracoli, le palestre, i centri benessere e tutti quegli istituti in cui è possibile dopo appena due ore di seduta, sfoggiare un’abbronzatura tropicale o indossare una taglia in meno, le aziende che producono biancheria intima e che hanno puntato sui reggiseni push up imbottiti all’olio, all’acqua, all’aria che modellano e sottolineano seni da pin up anche alle portatrici sane di miserande prime.
Perché non ricorrere agli astuti stratagemmi suggeriti da chi del look ne ha fatto legge universale, se è possibile migliorare, apparire a cinquant’anni come di trenta? Sarebbe da sciocchi. E siamo tutti d’accordo. Ma privilegiare prestanza ed avvenenza ignorando che, forse, l’intelligenza, l’ironia, la cultura, l’etica, restano valori immortali ed altrettanto seducenti, non sarebbe disdicevole.
Che il terzo millennio, dunque, sia foriero non di esaltazioni dell’imperfezione, ma di poliedrica seduzione. Meno muscoli, meno lifting ma qualche libro in più.

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